tag:blogger.com,1999:blog-65705704372154470392024-03-14T10:47:25.774+01:00SCUOLAUn sito per tutti quelli che amano la Scuola Pubblica e rispettano quella privata, dei ricchi, che comunque vada non cesseranno mai di sfruttare economicamente gli altri loro simili.
Per una scuola sociale in uno Stato di diritto.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.comBlogger22125truetag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-72683638884139962442020-01-01T17:56:00.000+01:002020-01-01T17:56:18.285+01:00
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">L’Uguaglianza non esiste.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">E’ per questo che ci battiamo:
che essa possa esistere!</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">L’Uguaglianza è un’idea, come l’idea
di Dio. Ci devi credere perché possa essere Vera. L’uguaglianza è
un’espressione di fede. E’ un ‘io credo!’.
Ma non è concreta, non è sensibilmente tangibile, non si può ‘mangiare’. Dio
stesso poi è solo una ‘parola’ che viene pronunciata liberamente, e in modo non
paragonabile fra di loro, da almeno una decina di storiche correnti di pensiero
religioso-filosofico e da migliaia di anni, nella storia dell’umanità.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Ma non è reale e neppure
realistico pensare che lo sia: l’uguaglianza non esiste. Perfino non lo
vogliamo: già un mio sosia mi metterebbe a disagio! Dalla formica all’elefante,
due individui della stessa famiglia non sono uguali. Essere uguali poi che
significa? Ci serve una ‘definizione’ di ‘uguale a ’ per orientarci
correttamente dentro questo concetto. </span><br />
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri",sans-serif; line-height: 107%;">Nella
Natura non esiste. Niente, nessuna cosa o animale nel regno naturale è uguale
ad un’altra. Due tigri non sono fra loro uguali, identiche. Esiste solo la
singola individuale unicità. Uno è uguale ‘solo a se stesso’ ed è uguale solo
nell’aspetto naturale, cioè biologico, naturalistico del suo esistere ma non
nell’aspetto che più ci interessa: nell’aspetto unitario di psicologico e
sociale assieme. La stessa persona può sentirsi interiormente,
psicologicamente, ‘diversa’ con se stessa, nel tempo e nello spazio, fisici, in
tempi e spazi diversi, qui ed ora, ‘hic et nunc’ (Orazio) prendendo questi due
concetti filosofici come criterio di misura.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Una fonte dell’idea di
Uguaglianza è la Scienza. La Scienza indica che la vita sulla Terra si formò
quando carbonio e idrogeno si unirono su questo pianeta: ma questo è un altro
argomento. Il carbonio si trova in tutte le forme di vita organica ed è la base
della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Chimica_organica"><span style="color: windowtext; text-decoration: none; text-underline: none;">chimica
organica</span></a>.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Certo non ci interessa che il
carbonio sia l’unità fondamentale strutturale biologica che ci unifica e che ci
rende uguali. </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">L’uguaglianza come argomento di
conoscenza necessita di una dialettica sociale. Necessita del ‘Pensiero’ non
delle ‘cellule’. La Natura non può più essere chiamata ad esempio e guida. Il
contratto-opposizione fra degli uomini che convivono nello stesso tempo e nello
stesso spazio ( Jean-Jacques Rousseau, 1762) è una legge che governa l’uomo fin
dall’età delle caverne.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">….Un’altra fonte di nascita
dell’idea di uguaglianza è ancora quella delle idee: una è religiosa e l’altra
è politica. Le religioni, sia in Asia che in Europa, si sono sempre fatte
carico dell’uguaglianza fra gli uomini e, oltre alle religioni, nel secolo 1700,
il movimento letterario dell’Illuminismo (rivoluzione americano e francese) e
poi, nel 1800, l’ideologia del comunismo dei mezzi di produzione e quindi
dell’uguaglianza fra gli uomini, hanno dato risposte alle domande sociali di uguaglianza.
Gli intellettuali si ispiravano ad un ideale che trovava origine nell’uomo
stesso: la ragione ma che però non veniva valorizzata fra le diverse fasce
sociali della società del loro tempo</span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">. </span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">Nel 1733 Voltaire scrisse un libro in cui informava i
suoi connazionali sulla società inglese, la descriveva come una società dove vi
era la libertà di parola, dove non vi era né la pena di morte né la tortura,
dove le tasse erano uguali per tutti senza esenzioni e dove i contadini
vivevano in buone condizioni. A ciascuna delle affermazioni di Voltaire si
presume corrispondesse un’assenza di essa nella sua patria, la Francia (es
libertà di parola).</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Questo è quello che accadeva tre
secoli fa in Europa.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">L’unico ambiente dove
l’uguaglianza è posta oggi come ufficialmente vera e reale è l’ambiente
scolastico. A scuola saremmo o siamo ‘tutti uguali’. Vero? Non so se è vero
questo ma in pratica potrebbe essere necessario che lo sia. Se non lo è lo
dobbiamo divenire, lo dovremmo essere, sia fra gli addetti docenti che fra gli
amministratori e i politici. Il principio condiviso è: partendo da una
disuguaglianza ambientale storico-sociale, gli studenti devono essere tutti
portati all’uguaglianza. Essi devono raggiungere gli stessi obiettivi formativi
finali. E l’obbiettivo condiviso a livello comunitario europeo è l’‘umanità’
del singolo individuo nella reazione fra sé e gli altri. Per questo è stato
coniato il principio dell’inclusione in opposizione a quello dell’esclusione. La
Raccomandazione Europea sulle competenze di cittadinanza del 2006 individua otto
competenze chiave per l’apprendimento permanente che pone l’accento sul valore
della complessità e dello sviluppo sostenibile.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Ma può essere obbligata
l’inclusione? Lo studente si iscrive alla scuola per ricevere una formazione socialmente
prescritta e prescrittiva. Il Ministero traccia un percorso didattico che la
scuola deve compiere. Cioè l’alunno dovrà compiere dei cambiamenti programmati
e guidati. La meta finale è obbligata e prevista: dovrà essere ‘incluso’. Nel
passato, la critica alla scuola è stata di essere ‘omologante’ (la scuola
fascista pre-guerra mondiale) ed oggi potrebbe esserlo, anche se oggigiorno
sarebbe ‘democraticamente’ omologante? </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">…</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Essere incluso, essere uguale.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Inclusione ed uguaglianza.
Preferirei disuguaglianza ed inclusione.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Diversi ed inclusi: questo è un ‘
ideale’ positivo. Uguaglianza nella diversità è una forma retorica di contrasto
( gli opposti coincidono ) e di
contrarietà che fornisce un criterio metodologico corretto. Essere uguali
nonostante le naturali diversità. In letteratura si indica come ‘ossimoro’, cioè
non possibile nell’attualità (lucida follia). Meglio esprimersi in senso del
dualismo Hegeliano della ‘dialettica: due assiomi in contrasto che si superano
in una sintesi superiore di conoscenza. Io e te siamo individualità differenti
ma se ci uniamo formiamo un’entità nuova, sociale: una coppia. </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">…</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">A scuola siamo uguali (così come
siamo) o lo siamo negli obbiettivi formativi?</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Socialmente (analisi classista)
le diversità sono sociali ed economiche (ricchi e poveri), individualmente le
diversità sono poste dalle esperienze vissute (la storia, la cronaca
soggettiva). Questo è il ‘bagaglio’ personale che compone il patrimonio
d’ingresso nel mondo della scuola dell’alunno.
La fusione delle due forme di differenziazione (classista e di cronaca)
produce l’unicità della differenza fra i singoli studenti che vanno ad
iscriversi alla scuola.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Tutti gli studenti sono unici
nella differenza. Essi sono accumunati dalla loro differenza. La comunità scolastica
unisce e non divide. Occorre che la scuola unisca le differenze. Nella scuola
ci si unisce nelle differenze.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Gli obbiettivi sono un paradosso
logico: lo studente deve raggiungere, dimostrare gli stessi obbiettivi anche se
lui è differente dagli altri studenti. </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Stessi obbiettivi, percorsi
differenti. </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">La scuola poi percorre percorsi
formativi a …scorciatoia.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;"> A degli alunni vengono consegnati percorsi
facilitati che sono disegnati come adatti a determinati alunni ma non ad altri.
Dunque se esistono percorsi più facili perché imporre percorsi più difficili o
complessi ad altri studenti? Credo che
ci sia un errore nella scuola d’oggi che promette l’impossibile.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Non è possibile credere che un
alunno portatore di ‘difficoltà’ possa disporre di attitudini elettive tali da
raggiungere degli obbiettivi formativi scolastici tramite percorsi protetti,
cautelati, facilitati mentre altri alunni vengono condotti agli stessi obbiettivi
tramite percorsi compositi, selettivi e complessi.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Ma se sono possibili (?!)
percorsi formativi meno onerosi ed impegnativi nello studio perché non offrirli
a tutti gli alunni invece che solo agli
alunni etichettati come in difficoltà ? </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">La storia delle invenzioni
scientifiche non racconta di eventi sempre pilotati dallo scienziato
ricercatore anzi molte scoperte le definiamo proprio con l’immagine di
‘scoperte’, oggetto che c’è ma non si vede, perché ‘coperto’ da un velo
‘ideologico’. </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">La didattica inclusiva non
esiste. Non è possibile scientificamente. La didattica inclusiva è un’illusione
della didattica stessa.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">… </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Da Internet, oppure dalle fonti
di letteratura circolanti oggigiorno si legge:</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">“Una <u>didattica inclusiva</u>
fa capo a tutti i docenti ed è rivolta a tutti gli alunni, non soltanto agli
allievi con Bisogni Educativi Speciali”…</span><br />
<br />
<u><span style="color: #000120;"></span></u><br />
<br />
<div style="tab-stops: 309.3pt;">
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">… dice
un articolo raccolto in internet (ed Pearson).</span></div>
<br />
<div style="tab-stops: 309.3pt;">
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">In
questo articolo si mette in un contrasto distruttivo e irriverente un’idea
antica di insegnamento, posto come conduzione ed insegnamento ‘sbagliati’: il
metodo Gentile (1923). L’insegnante sa, l’alunno apprende. Schema didattico
semplice. Trasmissivo. Verticale o cattedratico che si voglia definirlo. Ma è
errato? Credo che sia troppo sbrigativo espellere il principio gentiliano del
docente-autorevole dalla scuola. Due soli poli compongono l’educazione: il
docente e il suo alunno. Non è saggio porre in secondo piano il docente e
mettere al suo posto quello che oggi si va configurando nel mondo dei ‘corsi
d’aggiornamento’ consegnati ai docenti, anche loro malgrado e alla rinfusa.
Come dire prima del docente viene la tecnologia delle innovazioni. </span></div>
<br />
<div style="tab-stops: 309.3pt;">
<span lang="IT" style="line-height: 107%;"> La storia della pedagogia e gli Autori da Giovanni
Comenio, primo redattore di libri per l’infanzia (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/1592" title="1592"><span style="color: windowtext; text-decoration: none; text-underline: none;">1592</span></a> –<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/1670" title="1670"><span style="color: windowtext; text-decoration: none; text-underline: none;">1670</span></a>),</span><span lang="IT" style="background: white; color: #222222; font-family: "Arial",sans-serif; line-height: 107%;"> </span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">Pestalozzi, Montessori o Dewey non vengono negati dal ‘ritorno’ alla figura
del docente guida come idea fondamentale dell’insegnamento. Il credo didattico
che inizi da un ‘bambino tuttologo’ non è certo un buon percorso scientifico in
cui infilarsi didatticamente.</span><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: EN-GB; mso-no-proof: yes;"> </span></div>
<br />
<div style="tab-stops: 309.3pt;">
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Ecco
uno schema, un grafico moderno, dei nostri giorni che ‘racconta di un bambino’
attuale, il contesto è ovviamente di un individuo ‘affetto’ da ‘soggettività’
indesiderata.</span></div>
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Cosa propone, dice, l’articolo?
Varie tecniche, date per ‘ottime’, citando Autori vari, per avere ‘consenso
tecnico’.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Tecniche o metodi didattici?</span><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: EN-GB; mso-no-proof: yes;"> </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"> </span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">“Si può
definire il Cooperative Learning come un insieme di tecniche di <u>conduzione</u>
della classe grazie alle quali gli studenti <u>lavorano in</u> piccoli gruppi
per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati
acquisiti “ (Comoglio – Cardoso).</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">“Ciò che il bambino può fare in
cooperazione oggi, può farlo da solo domani”. Vygotskij (1934).</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Nelle cose sta il metodo o detto in
latino ‘ Est modus in rebus ‘.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Orazio: «esiste una misura nelle
cose; esistono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può
esservi il giusto». Le Satire, 35 a.C.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">Quale metodo per la scuola? </span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">"In ogni cosa la sua misura,
questa è un'ottima abitudine". Sulla base di questo principio è
consigliabile per la persona avveduta guardarsi dagli eccessi, facendo
attenzione a non incorrere nel troppo o nel troppo poco, oppure ad adottare il
giusto modo richiesto dalla situazione.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">…Tecniche e metodi?</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;"> Ovviamente, dietro quell’articolo lavora
l’industria del mercato editoriale.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">…Il discorso sul metodo si deve
ancora riprendere, dai tempi passati ai tempi attuali, perché è stato
abbandonato.</span><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"> </span><span lang="IT" style="line-height: 107%;"></span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">‘Discours de la méthode pour bien
conduire sa raison, et chercher la verité dans les sciences Plus la Dioptrique,
les Meteores, et la Geometrie qui sont des essais de cete Methode’.</span><br />
<br />
<i><span lang="IT" style="color: #222222; font-family: "Arial",sans-serif; line-height: 107%;"> Discorso sul metodo per un retto uso della
propria ragione e per la ricerca della verità nelle scienze più la diottrica,
le meteore e la geometria che sono saggi di questo metodo.</span></i><span lang="IT" style="line-height: 107%;"></span><br />
<br />
<span lang="IT" style="line-height: 107%;">1637, René Descartes.</span><br />
<br />
<span lang="IT" style="font-size: 18.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-size: 11.0pt;">…</span><br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-17790085796351505832019-11-09T19:03:00.004+01:002019-11-09T19:08:57.425+01:00
<br />
<h3 style="margin-top: 0cm;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 23.5pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 13.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">L'annuncio (confuso)…….</span></h3>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">E' rispondendo
alla domanda di un cronista italiano, Riccardo Ehrmann, che <span style="background: yellow; mso-highlight: yellow;">Schabowski</span> guarda
confusamente i fogli che ha in mano e annuncia, un po' stordito, che "ci
siamo decisi a varare un <b>regolamento</b> che permette ad <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u>ogni nostro concittadino di espatriare
attraverso i passaggi di frontiera della Ddr".</u></b> </span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">Altri
giornalisti incalzano, lui legge ad alta voce l'intero regolamento in
burocratese strettissimo, quelli insistono:</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>"Da quando entra in vigore, da
subito?".</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Finalmente Schabowski crolla: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><u>"A mia conoscenza, da subito"</u></b></span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">….</span><span lang="IT" style="background: white; color: #333333; font-family: "Segoe UI",sans-serif; font-size: 18.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-size: 15.0pt;">sono le </span><strong><span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-bidi-theme-font: minor-bidi;">18.57 del 9 novembre 1989.</span></strong><span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 17.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"></span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span><span lang="IT" style="font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><a href="https://www.msn.com/it-it/notizie/other/la-svolta-nella-storia-il-giorno-in-cui-crollò-il-muro-di-berlino/ar-BBWv9qr?ocid=spartandhp">https://www.msn.com/it-it/notizie/other/la-svolta-nella-storia-il-giorno-in-cui-crollò-il-muro-di-berlino/ar-BBWv9qr?ocid=spartandhp</a></span></span><span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"></span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<br /></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-pSJQ3P6bWG8/Xcb9zlLdlhI/AAAAAAAAiuw/Fii-_bVSAsYGRd0MpiGWYpwQJXbQVYqcgCNcBGAsYHQ/s1600/muro-diberlino%2B9.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="351" data-original-width="540" height="416" src="https://1.bp.blogspot.com/-pSJQ3P6bWG8/Xcb9zlLdlhI/AAAAAAAAiuw/Fii-_bVSAsYGRd0MpiGWYpwQJXbQVYqcgCNcBGAsYHQ/s640/muro-diberlino%2B9.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-or0TFRC_S7M/Xcb_CGWoTUI/AAAAAAAAiu8/q19P2QKcYZ0L5AhANFphzMB1lw_ZWPe9ACNcBGAsYHQ/s1600/MURO%2BBERLINO%2B1989.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="591" data-original-width="337" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-or0TFRC_S7M/Xcb_CGWoTUI/AAAAAAAAiu8/q19P2QKcYZ0L5AhANFphzMB1lw_ZWPe9ACNcBGAsYHQ/s640/MURO%2BBERLINO%2B1989.png" width="364" /></a></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<div style="line-height: normal; mso-margin-bottom-alt: auto;">
<span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "&quot",serif; font-size: 15.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><br /></span></div>
<br />
<span style="mso-fareast-language: EN-GB; mso-no-proof: yes;"><img border="0" src="file:///C:/Users/Giovanni/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image002.jpg" v:shapes="Immagine_x0020_8" /></span><br />
<br />
<span style="font-size: 20.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 11.0pt; mso-fareast-language: EN-GB; mso-no-proof: yes;">April 3, 1989 . Guards
told to stop shooting.</span><span style="background: whitesmoke; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 28.0pt; line-height: 107%; mso-bidi-font-size: 18.0pt;"> </span><span lang="IT" style="background: whitesmoke; font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 18.0pt; line-height: 107%; mso-ansi-language: IT;">Le guardie hanno detto di smettere
di sparare.</span><span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT; mso-fareast-language: EN-GB; mso-no-proof: yes;"></span><br />
<br />
<br />
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<b><u><span style="color: blue; font-family: "&quot",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;"><a href="https://www.huffpost.com/author/dorian-de-wind">Dorian de Wind</a></span></u></b><b><span style="color: #444444; font-family: "&quot",serif; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">, Contributor</span></b></div>
<br />
<div style="line-height: normal;">
<span style="color: #757575; font-family: "Times New Roman",serif; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">Retired U.S. Air Force Officer and
Writer</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 7.5pt; margin-top: 0cm; mso-outline-level: 1;">
<span style="color: black; font-family: "&quot",serif; font-size: 24.0pt; letter-spacing: .4pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB; mso-font-kerning: 18.0pt;">The
Night the Wall Came Down.</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 7.5pt; margin-top: 0cm; mso-outline-level: 1;">
<span lang="IT" style="color: black; font-family: "&quot",serif; font-size: 24.0pt; letter-spacing: .4pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB; mso-font-kerning: 18.0pt;">Articolo Pubblicato il:</span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 7.5pt; margin-top: 0cm; mso-outline-level: 1;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: 5.25pt;">
<span lang="IT" style="color: #757575; font-family: "&quot",serif; font-size: 24.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">11/05/2014 </span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: 5.25pt;">
<span lang="IT" style="color: #757575; font-family: "&quot",serif; font-size: 24.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: EN-GB;">10:39 pm ET <b>Updated</b>
Dec 06, 2017 </span></div>
<br />
<div style="line-height: normal; margin-bottom: 5.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 53.25pt; margin-top: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="center" style="line-height: normal; margin-bottom: 5.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 53.25pt; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: center; text-indent: -18.0pt;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt;">
<br /></div>
<br />
<span style="background: white; color: black; font-family: "Helvetica",sans-serif; mso-bidi-font-family: Helvetica;">There are certain images to which one
is an eyewitness — images seen through one’s own eyes or through the miracle of
television — that are seared into one’s memory, forever. Of course 9-11,
President Kennedy’s assassination, the Challenger space shuttle disaster,
“shock-and-awe,” rank high among them.</span><br />
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="color: black; font-family: "&quot",serif; font-size: 13.5pt;">I personally will never forget the night of Nov. 9, 1989, the
night when “the Wall came down.”</span></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<span style="color: black; font-family: "&quot",serif; font-size: 13.5pt;">I was living and working in Brussels, Belgium at the time and
watched, via live TV, history being made.</span></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<i><span style="font-family: "&quot",serif; font-size: medium;"></span></i><br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<u><span style="color: #000120;"></span></u><br /></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<u><span style="font-family: "&quot",serif; font-size: medium;"></span></u><br /></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<i><span style="font-family: "&quot",serif; font-size: medium;"></span></i><br /></div>
<br />
<div style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 15.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm;">
<u><span style="font-family: "&quot",serif; font-size: medium;"></span></u><br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-40508973507399981392019-11-09T18:43:00.000+01:002019-11-09T19:08:57.522+01:00The Night the Wall Came Down. 1989.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-26941470319109950762019-11-02T00:40:00.000+01:002019-11-02T00:40:53.268+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-v4EiwqBPs7U/TSS37x4pHGI/AAAAAAAAEIQ/xgXGdWcOeOYbzEbR6FJUtM_LPwIT-sExACPcBGAYYCw/s1600/cavalloTroia%2Bpng.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<br />
<br />
<br />
2 \ 11\ 2019 ..................mentre sto dormendo.. mentre scrivo...<br />
<br />
Eccolo in nuovo 'post'..che tentavo nei giorni passati e non ci riuscivo.<a href="https://1.bp.blogspot.com/-v4EiwqBPs7U/TSS37x4pHGI/AAAAAAAAEIQ/xgXGdWcOeOYbzEbR6FJUtM_LPwIT-sExACPcBGAYYCw/s1600/cavalloTroia%2Bpng.gif" imageanchor="1" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: #0066cc; font-family: Times New Roman; font-size: 16px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-left: 1em; margin-right: 1em; orphans: 2; text-align: center; text-decoration: underline; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; word-spacing: 0px;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="650" height="228" src="https://1.bp.blogspot.com/-v4EiwqBPs7U/TSS37x4pHGI/AAAAAAAAEIQ/xgXGdWcOeOYbzEbR6FJUtM_LPwIT-sExACPcBGAYYCw/s320/cavalloTroia%2Bpng.gif" width="320" /></a><br />
Metto pure un oggetto.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-mzRltZn-rcs/XbzBzQrWajI/AAAAAAAAis8/ztGcxrpWvnYaaMn-o4rc4yayeqOJQuOnQCKgBGAsYHg/s1600/IMG-20191030-WA0000.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="900" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-mzRltZn-rcs/XbzBzQrWajI/AAAAAAAAis8/ztGcxrpWvnYaaMn-o4rc4yayeqOJQuOnQCKgBGAsYHg/s200/IMG-20191030-WA0000.jpeg" width="112" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
e..io….dal cellulare.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-7cY0EGPHFcs/XbzCAV_3cRI/AAAAAAAAitA/gDjMiXH0UZ8a-syaLq4xAGHxsGfYuVuDQCKgBGAsYHg/s1600/20191020_082821.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1600" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-7cY0EGPHFcs/XbzCAV_3cRI/AAAAAAAAitA/gDjMiXH0UZ8a-syaLq4xAGHxsGfYuVuDQCKgBGAsYHg/s320/20191020_082821.jpg" width="320" /></a>Adesso pubblico…….ansiosamente.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-70272501042257726682019-11-02T00:25:00.000+01:002019-11-02T00:25:14.881+01:00<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-3IS0YbjQ0qM/WGqv-OzZEYI/AAAAAAAARsI/6lVI84s4mj8j3S7U_114ct1RGq-zit7aQCLcB/s1600/2017%2B01%2B01%2BCopia%2Bmia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-3IS0YbjQ0qM/WGqv-OzZEYI/AAAAAAAARsI/6lVI84s4mj8j3S7U_114ct1RGq-zit7aQCLcB/s320/2017%2B01%2B01%2BCopia%2Bmia.jpg" width="200" /></a>ANNO 2017. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Eccolo, è arrivato con tutti i presupposti di rito. Oggi sono andato a passeggio sul colle del paesello dove vivo ma che porta il nome più pretenzioso che si può, il nome di monte pur non essendo una cima alta: Monteorfano. Il nome rivela la sua posizione nella pianura circondante cioè che non è unito alle catene montuose più rinomate e suntuose, le Alpi.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Il mio animo è guerriero ma non vincitore. Mi passano davanti ricordi e immagini del passato che non mi rasserenano ma anche pensieri del presente e del prossimo futuro di fatti che arriveranno in modo pesante e per niente sereno.</div>
<br />giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-49856866968300992212019-11-02T00:02:00.000+01:002019-11-02T00:02:45.339+01:00Se lavorare é un diritto-dovere<br />
...la memoria va all'800 quando persone della campagna desideravano lavori diversi dal loro storico, lavorare resta uno strumento di affermazione sociale che permette di trasformate la propria condizione di vita.<br />
La Storia sociale del lavoro mostra le diversitá<br />
di forma del lavoro nel corso dei secoli ma tutti i lavoratori sono uguali nel loro desiderio: migliorare.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-69987526299822626222019-01-06T23:16:00.002+01:002019-01-06T23:16:25.133+01:002019 oggi <div>
<span style="font-size: large;">Se potessi mangiare un'idea!</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Le idee non sono percepibili dai sensi, ne dal naso ne dalla lingua e neppure dal tatto e non si possono catturare neppure con l'orecchio perché anche se le puoi ascoltare udendole non le comprenderesti e neppure le prenderesti...perché esse risiedono nell'astrazione dei pensieri, nell'Iperuranio della conoscenza. </span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Le persone se le passano ma non le possono possedere in proprio.</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Le idee si scrivono per leggerle e si predicano per propagandarle ma non solo non si capiscono ma neppure possono attuarsi meccanicamente: "tò...prese e concretizzate...fatto!".</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;">Non si mangiano...no! ma..comunque "danno da mangiare" a tutti quelli che ne fanno ... uso!</span></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
<div>
<span style="font-size: large;"><br /></span></div>
giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-10095475750098304422017-01-02T21:30:00.001+01:002017-01-02T21:30:30.062+01:00RIFORMA E CONTRORIFORMA<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-kKgj2ACBZVY/WGq4VOob1vI/AAAAAAAARsY/y82YkgIKL9wqQA2agpQ4cdXBDLkaaGtcACLcB/s1600/renzinooo.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://2.bp.blogspot.com/-kKgj2ACBZVY/WGq4VOob1vI/AAAAAAAARsY/y82YkgIKL9wqQA2agpQ4cdXBDLkaaGtcACLcB/s1600/renzinooo.png" /></a></div>
RIFORMA DELLA SCUOLA E CONTRORIFORMA DELLA SCUOLA ITALIANA. DA RENZI A RITROSO.<br />
<br />
Partendo dall'ultima riforma andando a ritroso nel tempo trovo decine di esempi di interventi legislativi che si contraddicono reciprocamente.<br />
Renzi produce la sua riforma firmata dal ministro Giannini Stefania.<br />
<br />
Stefania Giannini è nata a Lucca. Professoressa Ordinaria di Glottologia e Linguistica dal 1999 a Perugia. Il 1º ottobre 2004 diventa rettore dell'<a class="mw-redirect" href="https://it.wikipedia.org/wiki/Universit%C3%A0_per_Stranieri_di_Perugia" title="Università per Stranieri di Perugia">Università per Stranieri di Perugia</a>, carica ricoperta fino all'aprile del 2013.<br />
Nel <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2013" title="2013">2013</a> è candidata in <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Toscana" title="Toscana">Toscana</a> nella lista <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Con_Monti_per_l%27Italia" title="Con Monti per l'Italia">Con Monti per l'Italia</a> alle <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Elezioni_politiche_italiane_del_2013" title="Elezioni politiche italiane del 2013">elezioni politiche del 24 e 25 febbraio</a> per il <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Senato_della_Repubblica" title="Senato della Repubblica">Senato della Repubblica</a>, venendo eletta senatrice della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/XVII_legislatura_della_Repubblica_Italiana" title="XVII legislatura della Repubblica Italiana">XVII Legislatura</a> per cui è segretaria del gruppo al Senato per SC. Il 16 novembre dello stesso anno, l'Assemblea di <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Scelta_Civica" title="Scelta Civica">Scelta Civica</a> la nomina nuova segretaria e coordinatrice politica del partito.<sup class="reference" id="cite_ref-2"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefania_Giannini#cite_note-2">[2]</a></sup><br />
È presidente della delegazione parlamentare italiana presso l'Assemblea parlamentare dell'Iniziativa Centro Europea.<sup class="reference" id="cite_ref-3"><a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Stefania_Giannini#cite_note-3">[3]</a></sup><br />
Il 22 febbraio <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2014" title="2014">2014</a> viene nominata <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Ministri_dell%27istruzione,_dell%27universit%C3%A0_e_della_ricerca_della_Repubblica_Italiana" title="Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca della Repubblica Italiana">Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca</a> del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Governo_Renzi" title="Governo Renzi">governo Renzi</a>. Dal 22 febbraio <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2014" title="2014">2014</a> -al 12 dicembre <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2016" title="2016">2016</a> quando il governo Renzi cade dopo il suo fallimento al referendum che lui stesso patrocinava (60% di no !)<br />
<table class="sinottico"><tbody>
<tr><th></th><td><div>
...</div>
</td></tr>
</tbody></table>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Legge detta 'buona scuola': <a href="https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwimm8m_86PRAhVHVBQKHc8IAncQFgglMAE&url=http%3A%2F%2Fwww.gazzettaufficiale.it%2Feli%2Fid%2F2015%2F07%2F15%2F15G00122%2Fsg&usg=AFQjCNEPSK8OfNOCDBMcvo25L40A5wUC3A&sig2=L8_z-6JKxe8Lc7xaGBAp3w&bvm=bv.142059868,d.d24"><span style="color: #1a0dab;">LEGGE 13 luglio 2015, n. 107 - Gazzetta Ufficiale</span></a>, conosciuta poi come legge 107.<br />
Precedenti riforme scolastiche. Tutti i ministri si sono occupati di riformare 'qualcosa' nella scuola italiana. <br />
Prima della Giannini: <b>Maria Chiara Carrozza</b> (<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Pisa" title="Pisa">Pisa</a>, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/16_settembre" title="16 settembre">16 settembre</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/1965" title="1965">1965</a>) è una <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Scienziato" title="Scienziato">scienziata</a> e <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Politico" title="Politico">politica</a> <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Italia" title="Italia">italiana</a> del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Democratico_(Italia)" title="Partito Democratico (Italia)">Partito Democratico</a>. Ministro del governo Letta Enrico, pisano. Durata 28 aprile <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2013" title="2013">2013</a> –22 febbraio <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/2014" title="2014">2014</a>. che nasce dalle risultanze dell' <b>elezioni politiche italiane del 2013, vinte dalla coalizione capeggiata da Bersani.. Le elezioni sono date dalla caduta del governo Monti. </b><br />
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-75140119585061643542016-06-24T00:20:00.000+02:002016-06-24T00:37:04.693+02:00LA POPOLAZIONE SCOLASTICA CAMBIAAlunni 21, maschi metà e femmine le altre. Italiani... più della maggioranza, vedendo i numeri bruti e crudi. Alunni BES oppure DSA: almeno uno od anche tre. Alunni non segnalati...tutti gli altri a parole ma poi nessuno può mostrare delle certificazioni o prescrizioni mediche.<br />
Tutto qui? Sembra niente di che? Quei bambini non italiani...che cosa dire? Qualcosa da dire c'è: non conoscono l'italiano. Ha importanza questo ... poco?<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-sgmzr4gmfPY/V2xjrk9nRmI/AAAAAAAAPJQ/aiMjrReLh0wYLfJG0kia2RkeuLGgjpGkwCLcB/s1600/classi%2Baffollate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://4.bp.blogspot.com/-sgmzr4gmfPY/V2xjrk9nRmI/AAAAAAAAPJQ/aiMjrReLh0wYLfJG0kia2RkeuLGgjpGkwCLcB/s1600/classi%2Baffollate.jpg" /></a></div>
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Facciamo anche un PDP? Oppure un semplice programma individualizzato?</div>
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A chi...per esempio ...a quello che non parla, ma è italiano oppure a quello che non parla italiano ma gode ottima salute?</div>
<br />giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-21037676669529816402014-12-25T20:31:00.002+01:002014-12-25T20:31:49.498+01:00Troppo, troppo pocoTroppo, troppo poco.<br />
Sempre si dice che il giusto sta in mezzo. Ma non sempre è così: si può dire che gli estremi si "toccano".. per esempio! Se si osserva con cura gli alunni di una classe non vediamo mai il "gruppo medio centrale", ma vediamo i singoli individui che compongono l'insieme classe. L'insieme é una unitá eterogenea ma allo stesso tempo omogenea: eterogenea nelle singole individualitá ma omogenea negli aspetti , per es, dell'età. I differenti aspetti della composizione umana di un gruppo scolastico indicano solamente che quel gruppo ė stato composto sulla base statisticamente 'casuale' , cioè significa che nessuno ha composto, ha orientato od ha voluto che quel gruppo fosse così composto ma che si é composto semplicemente sulla base della libera iscrizione da parte dei genitori dei figli con la domanda di iscrizione, scelta che occorre dire ė di tipo essenzialmente "casuale".<br />
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Il gruppo che un docente ha di fronte possiede una caratteristica demografica che ci permette di porlo come modello della popolaritá, della rappresentatività, di modo che esso possa essere espressione, nel suo piccolo numero, dell'intera popolazione del più grande valore della popolazione intera di un territorio. Fino al punto che il valore di rappresentativitå può essere paragonato alla stessa rappresentativitã del popolo nazionale. </div>
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Mediamente un gruppo classe, dalla normativa che governa la composizione delle classi, ė di solito di una ventina di unità. Venti bambini hanno in sè la potenzialità di un intero Popolo nazionale. Per noi , il popolo Italiano. L'uguaglianza è ovviamente in astratto ma nella sua sintetica rappresentativitá essa è autentica. Possiamo vedere nel gruppo classe gli stessi dati statistici della popolazione che si evolvono nel tempo, nelle epoche, nel divenire delle epoche, degli eventi che la storia manifesta per un popolo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La classe che io ho davanti a me é 'uguale' al mio mondo. È uguale a me.</div>
<div style="text-align: justify;">
È sicuramente il 'presente' storico di un tempo , di un'epoca. Del momento che viviamo.</div>
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Dunque c'è un'eguaglianza fra noi: fra alunno e docente. Troppo uguali o poco uguali?<br />
Dicendo uguaglianza viene da determinare in che grado sia questa idendentitá:ė una uguaglianza di fatto, ma allo stesso tempo è in divenire. Cioè uguali in 'potenza ed in atto'.</div>
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Troppo uguali e troppo poco uguali. In questo spazio intermedio che si può percepire dialetticamente fra il presente e il futuro, fra l'atto e i potenziale futuro, fra il qui e l'adesso, si può porre il compito dell'educazione formazione che la scuola si impegna a compiere verso gli alunni iscritti.<br />
Nell'esperienza di un insegnante, con una carriera di alcuni decenni di lavoro, si pone un'osservazione spontanea: ho visto tante cose e tanti mondi che quello che mi si pone davanti come una nuova classe non mi sorprende più di tanto!<br />
Credo che non sia più così semplice , come apparirebbe da questa esclamazione. Le classi di oggi non sono più composte dagli stessi modelli di alunni che avremmo potuto idealizzare negli anni passati. La componente umana delle classi attuali, del nostro tempo storico, non è più omogenea come lo poteva essere nelle epoche precedenti, seppur nel recedente passato. I cambiamenti demografici della popolazione presente nel territorio ha mostrato forti rinnovamenti.<br />
Una classe 'normale' oggi ha una composizione tale da dover utilizzare concetti di ordine etnico, continentale, storiche, culturali.<br />
Credo che le distanze, gli spazi, le differenze fra gli individualitá , le originalità soggettive pongono un quadro d'insieme del gruppo classe medio come di un universo dai limiti espansi, quasi infiniti, divergenti, lontani. Compito del docente e del l'Istituzione scolastica è quello di interporre in mezzo alle differenze un elemento d'unione determinante e strategico: l'educazione. La scuola deve affrontare le diversità date con lo stesso impeto di sempre: formare , educare, istruire, costruire, modellare.</div>
giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-58171104695439821372012-12-16T18:32:00.002+01:002014-12-25T20:32:35.837+01:00Ma chi è l’elettore?Ma chi è l’elettore?<br />
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Chi è? Cioè, egli ha un nome ed un indirizzo? E’ un individuo reale?<br />
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Dalle parole dei politici (es Formigoni, 2012) l’elettore esiste. Tant’è vero che , in questi giorni, Formigoni lo chiama e lo nomina tantissime volte ( “Io devo rendere conto al mio elettorato non ad altri!”, dice ). Ma anche altri politici dicono così. L’elettore è sempre nominato e chiamato ed è sempre sulla bocca di tutti i politici. Sembra che esista davvero, dico io. Ma cercandolo davvero non si trova e soprattutto non arriva mai a tempo. Come mai? In questi giorni alcuni politici dovranno rispondere di fronte alla legge, di vari fatti che i magistrati contestono loro con l’ipotesi di peculato. Ecco, i magistrati si conoscono. Hanno nomi, i magistrati hanno un nome ed un cognome ed hanno una sede dove trovarli, se si vogliono incontrare di persona. Anche i politici hanno nomi e facce e sappiamo dove operano e assolvono ai doveri di politici. L’elettore no. Anche il giornalista ha un nome: si chiama , per es. Ezio Mauro, oppure Sallusti, oppure altri nomi che conosciamo. Ma dell’elettore no. Non sappiamo nulla di lui. L’elettore è senza nome, anonimo, e senza volto, invisibile. Ma tutti lo invocano. Anzi i politici fanno di più: lo eleggono sovrano! Formigoni dice proprio che solo al suo elettorato deve rendere conto dei suoi comportamenti ( solo dei suoi comportamenti pubblici od anche di quelli privati?) Questo politico dichiara di essere pronto a render conto all’elettorato! È molto bello , questo! Ma chi è l’elettorato? Sono io? Io ho un nome ed un indirizzo, io esisto e adesso sono qui che scrivo. Io pongo domande, eccomi qui. Ma secondo lui io non sono adatto a valutarlo e ad esprimere un giudizio nei suoi confronti. Perché? Perché io non sono riconosciuto da lui, politico, come suo elettore! Certo! Se l’elettorato non ha nome nè viso, lui non mi può riconoscere e neppure sapere che sono io un suo elettore. Dunque? Dunque non deve rendere conto a me, persona reale, dei suoi comportamenti politici! Il politico deve rendere conto solo al suo elettorato! A chi? All’ invisibile? A nessuno in fin dei conti! Solo al termine del mandato elettorale e al termine della legislatura, lui, il politico dovrà interrompere il suo ruolo di politico e sperando di tornarci con un nuovo mandato elettorale, facendosi rieleggere. Dunque ancora, per tutto il tempo della legislatura il politico è intoccabile. Intoccabile dalle persone ‘reali’: dal giornalista che gli pone domande a cui lui non risponde…perché non è a lui che deve rendere conto , ma solo al suo elettorato! Neppure al giudice, perché un magistrato è reale, ma solo al suo elettorato! Neppure al politico collega, ma solo al suo elettorato! E neppure a me che l’ho eletto, ma ‘solo al suo elettorato’! Perché non …a me? Non sono io il suo elettore? Il politico non deve rendere conto ai cittadini perche il cittadino è reale cioè non ha gli attributi dell’elettore: l’elettore è altro da me! L’elettore è sconosciuto e disconoscibile. Il singolo individuo non sarà mai riconosciuto come valore. Il politico rifiuterà in questo modi tutti i confronti posti da persone reali e chiamerà a testimone l’invisibile e astratto elettore come unico destinatario di un diritto di controllo sui suoi comportamenti pubblici. Il Popolo non esiste, è irreale, è invisibile, è anonimo, ma è …sempre buono da enunciare in tutte le salse e quando è comodo. Ma arriverà il giorno della fine legislatura ed allora il politico tremerà di paura di non essere riconosciuto!<br />
<br />giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-65037866976358788192012-02-26T22:14:00.000+01:002012-02-26T22:14:42.359+01:00La politica come arte di governare la cosa pubblica.Chi ha la passione dell'impegno politico ai tempi d'oggi non può che mettersi le mani nei capelli per quanto si osserva nel mondo della politica dei nostri giorni.Troppo e del tutto sproporzionato sia nel senso della logica e sia nel senso dell'etica. E fin anche il buon senso si disgusta per ciò che accade nel Parlamento del nostro Paese. Ma sospendendo il giudizio per ' la politica di tutti i giorni', quella politica dei politicanti di mestiere o di gente servile al l'uomo forte di turno, rimane l'interesse per la politica rivolta alla scuola: la scuola di tutti e la scuola di noi tutti, dei cittadini e dell'intero personale docente. Vedo la scuola d'Italia dall'osservatorio della mia scuola dove lavoro ed opero da tanti anni.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-40764091410860801532011-10-27T21:36:00.005+02:002012-01-05T11:44:21.967+01:00A quale età scolastica è opportuno introdurre lo studio del flauto dolce?<img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5694095750906121026" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 143px; CURSOR: hand; HEIGHT: 204px" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/-n-USUcyBoH0/TwV96rXSC0I/AAAAAAAAAD4/ekKkPW4OpX0/s320/flauto_dolce.gif" border="0" /> IL FLAUTO DOLCE AMA LA DOLCEZZA, COME I BAMBINI!<br /><br /><br /><div>Ho fatto un volo aereo su tutti i siti scolastici che ho rintracciato in internet e curiosando curiosando ho dedotto che non c'è una età anagrafica decisiva ma semmai c'è un'età emotiva e psicologica. <a href="http://2.bp.blogspot.com/-VZyJvK-X4Cg/TwV-O0gveMI/AAAAAAAAAEE/YTRLYcqJ9QQ/s1600/suona%2Bil%2Bflauto.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5694096096959101122" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 147px; CURSOR: hand; HEIGHT: 211px" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/-VZyJvK-X4Cg/TwV-O0gveMI/AAAAAAAAAEE/YTRLYcqJ9QQ/s320/suona%2Bil%2Bflauto.jpg" border="0" /></a>La riforna della scuola del Governo Berlusconi ( prima della sua caduta, Dicembre 2011) ha introdotto l'obbligo dell'insegnamento di uno strumento musicale al terzo anno della scuola primaria con abbinata una didattica di 'musica d'insieme' ( Ultima iniziativa del Governo B. risale al Decreto Ministeriale PI , Gelmini, del 31 Gennaio 2011) . Attività didattiche previste dalle Indicazioni riguardanti l'Educazione al suono ed alla musica nella scuola primaria. Indicazioni espresse anche dai Governi precedenti.</div>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-89085711839686760112011-10-05T19:47:00.005+02:002011-10-05T20:56:48.513+02:00NON VOGLIO CENSURE.<a href="http://1.bp.blogspot.com/-WcxYn5TGxSk/ToyoYKNKJ7I/AAAAAAAAADs/AyDQlElAZBw/s1600/clown.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5660083964707743666" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 110px; CURSOR: hand; HEIGHT: 118px" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/-WcxYn5TGxSk/ToyoYKNKJ7I/AAAAAAAAADs/AyDQlElAZBw/s320/clown.jpg" border="0" /></a><br /><br /><div>Dal blogger B Grillo. Invito a inviare una lettera di protesta al ministro Alfano :<br /><br />Da WIKIPEDIA:<br /><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011" target="_blank">ANNUNCIO DI WIKIPEDIA</a>"Cara lettrice, caro lettore,in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.<br /><br /><br /><br />Mi unisco a questo testo di annuncio di <strong>minacce e minacciose repressioni</strong> che sono anche contro di <strong>'me' </strong>che ho attivato un mio minuscolo blog per conversare di 'Educazione e di scuola' con i miei lettori. Mi unisco a Wikipedia perchè so che il ministro berlusconiano Alfano (ne sono convinto!) non creda neppure nel pericolo dei blog e nella reale loro pericolosità verso la gente in genere ma sono convinto che le sue 'INIZIATIVE' politiche non provengano dalla sua libera coscienza ma dalla banale ubbidienza al volere del suo 'PADRONE' Silvio Berlusconi, verso il quale egli è servo!<br />Io non sono servo di nessuno e auguro al ministro Alfano di liberarsi della schiavitù in cui adesso siede.<br />Gianni, e-mail inviata a <a href="mailto:alfano_a@camera.it">alfano_a@camera.it</a> <<a href="mailto:alfano_a@camera.it">alfano_a@camera.it</a>></div>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-9824765855446493762010-12-10T20:13:00.020+01:002011-01-05T17:09:27.487+01:00Is Michele !<a href="http://1.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/TSSW-YCB0oI/AAAAAAAAADM/zPIfv6cI4No/s1600/bambini%2Bformato%2BPNG%2Bpaint%2B2.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5558733838429049474" style="WIDTH: 275px; CURSOR: hand; HEIGHT: 124px" alt="" src="http://1.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/TSSW-YCB0oI/AAAAAAAAADM/zPIfv6cI4No/s320/bambini%2Bformato%2BPNG%2Bpaint%2B2.JPG" border="0" /></a><strong> </strong>"Is Michele"...mi ha detto un bambino di classe prima elementare, i primi giorni di scuola, quando gli chiesi di dirmi il suo nome, un po' per gioco e un po' per lavoro, perché indagavo se gli alunni possedessero delle conoscenze in merito, date od ereditate da non importa chi.<br /><div align="justify">Le parole "Is Michele" sono state la risposta alla domanda di 'rito' offerta da me nei dialoghi inglesi di debutto scolastico su ciò che l'alunno di prima elementare apprende in modo indotto dall'ambiente dove vive.<br />Questa risposta, autentica e spontanea, significa molto e porta messaggi metodologici di grande interesse didattico e pedagogico sull'apprendimento di una lingua straniera da parte dei bambini linguisticamente italofoni e di madre lingua italiana. La lettura della risposta data evidenzia subito un errore morfosintattico della costruzione della frase inglese. E' evidente l'assenza del soggetto che nella morfologia della frase inglese è obbligatorio porre. Nessuna colpa per l'alunno. E' evidente che qualcuno gli ha insegnato tale risposta proponendogli una frase sgrammaticata. Non saprei affermare se coscientemente o no. Ma c'è una osservazione ulteriore di carattere linguistico: la struttura grammaticale data 'is Michele' corrisponde perfettamente alla struttura italiana 'è Michele' ed è ad essa sovrapponibile. Questa evidente identità strutturale (ausiliare più nome) mostra un meccanismo logico e psicologico operato dall'alunno non volontariamente ma con automatismo: all'assenza di correttezza grammaticale (data forse dall'educatore del bambino al bambino stesso) il pensiero operante ha risposto ponendo, trasportandole nella lingua inglese, le regole della grammatica italiana. Questo senza mettere in dubbio se la frase data sia corretta o meno. Però la frase 'funziona' cioè raggiunge lo scopo che il parlatore vuole raggiungere e questa pratica è confortata dall'ascoltatore del bambino che non mette in dubbio la correttezza della frase accettandola come 'corretta' perché 'funzionante'.<br />Voglio mettere in evidenza la 'pragmaticità' della scelta fatta: il testo composto ha i requisiti di una frase di senso compiuto. Questo vale soprattutto per il bambino. Ma l'adulto ascoltatore (o, presumibilmente, genitore) non nota l'errore che invece noterebbe un genitore madrelingua anglofona.<br />Due domande: perché il bambino non ha risposto dicendo 'It is Michele!', come presumibilmente gli avranno insegnato? Poi, perché non ha risposto semplicemente con 'Michele!' ?. La prima risposta possiede le caratteristiche di testo coerente e coeso alla domanda da me espressa. La seconda è sintetica ma anche sincretica e possiede le stesse caratteristiche logiche della prima e la caratteristica della frase infantile (descritta da J. Piaget, 1966) di 'parola-frase' rappresentativa del pensiero infantile in età evolutiva.<br />Il pensiero infantile e quello adulto sono coincidenti nell'uso pragmatico della comunicazione. Si mette in moto un meccanismo, un automatismo mentale (realismo, J.P. 1966) affermante che se il testo espresso nella lingua italiana ( è Michele) rispetta le regole della morfologia italiana, il testo della frase inglese espresso da quel bambino (is Michele) avrà i requisiti della correttezza, a sua volta.<br />Un' ulteriore prova della pragmaticità della frase (seppur sgrammaticata in inglese) sta nel fatto che il ritmo della frase italiana e quello della frase inglese è lo stesso: A+B = verbo+nome.<br />La necessità che l'inglese ha di porre sempre il soggetto, in questo caso il pronome 'it' , non coincide con la necessità che esprime l'italiano cioè l'italiano può non porre il soggetto nella formazione della frase in quanto le voci verbali italiane sono diverse per ogni persona del verbo in tutta la coniugazione dei verbi. L'Italiano parlato non ha bisogno di affermare il pronome soggetto: 'dico' e 'io dico' sono testi diversi ma con lo stesso valore comunicativo pur rimanendo entrambi voci verbali della prima persona singolare del verbo 'dire'.<br />L'Italiano, in quanto lingua d'ambiente sociale di contesto e di vita primaria, esprime un dominio linguistico sulla lingua straniera con immediatezza e semplicità.<br />L’osservazione offre degli esempi sperimentali di interesse psicologico su come il pensiero operi di fronte alle novità ed alle diversità portate dalla lingua altrui, degli altri ceppi linguistici, con cui viene a contatto, soprattutto nell'ambito educativo e nell'ambiente scolastico. </div><br /><br /><div align="justify">All'insegnante spetterà il compito di smontare i condizionamenti sociali operanti in favore della formazione corretta della lingua straniera nell’alunno italiano ma anche di rinforzare la corretta costruzione del pensiero nella lingua nazionale italiana. </div>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-36286964899654782052010-02-12T17:41:00.008+01:002011-01-05T19:02:57.630+01:00CHE COLORE HA....?<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://4.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/S3WFI7oJqRI/AAAAAAAAACY/U_RXhg5CfOQ/s1600-h/unicorno+%284%29.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5437398513611286802" style="WIDTH: 124px; CURSOR: pointer; HEIGHT: 93px" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/S3WFI7oJqRI/AAAAAAAAACY/U_RXhg5CfOQ/s320/unicorno+%284%29.jpg" border="0" /></a> Sempre la neve ha interessato chi ha giocato al gioco del pupazzo!<br /><strong><span style="font-size:180%;">Poi ...il pupazzo siamo ...ancora noi, fin dall'infanzia!</span></strong><br /><strong><span style="font-size:180%;">SOLO I BAMBINI LO SANNO: LA NEVE E' ...BELLA!<br /><br /></span></strong><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzKSdXU10czTD5aWTCk387r2JKzlAS_URDZ2DsRCQhnk-hISkp42nuvK4MjhSGpuzMw7zC7198qUV-9wOQGMQ' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-25278226526572424832009-10-02T22:30:00.002+02:002009-10-02T22:40:08.367+02:00a Paolo<a href="http://2.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/SsZlH9B2VPI/AAAAAAAAACI/3TsHX2q2eF0/s1600-h/PH02040U.BMP"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5388105191511184626" style="WIDTH: 144px; CURSOR: hand; HEIGHT: 216px" alt="" src="http://2.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/SsZlH9B2VPI/AAAAAAAAACI/3TsHX2q2eF0/s320/PH02040U.BMP" border="0" /></a><br /><div>METTI SUL TAVOLO<br />Parigi.<br /><br />Metti che tu possa essere<br />accompagnato da<br />una hostess di alto bordo.<br /><br />Metti pure che tua moglie<br />non abbia realizzato bene<br />cosa c’è di vero nelle tue ragioni.<br />Cosa faresti?<br />Ci andresti con cuore sereno, realistico ‘tanto non se ne accorgerà nemmeno’, quindi sono dentro una botte di ferro!<br /><br />Oppure ti faresti prendere dall’emozione e…ti lasceresti scappare dei …dettagli ‘galeotti’ proprio per distruggere,<br />roso dal senso di colpa, l’opportunità capitata?<br />Credi di non andare all’inferno non andando a Parigi?<br />Vai, vai…….vacci leggero e con leggerezza ……infantile, innocente!Te lo dice un amico. Prima che la hostess svanisca.</div>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-34517430840817839192009-08-22T16:19:00.003+02:002013-04-15T14:47:48.290+02:00Io mi ...dialetto.'Io parlo...dunque sono...'<br />
<br />
Io incontro qualcuno. Non importa dove accade, ma subito viene la voglia di chiedere e sapere:<br />
'..Di dove sei? Non mi sembri di qui!...'giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-9631442235831748052009-04-13T00:43:00.004+02:002009-04-13T16:28:52.302+02:00non ci sono riuscitoLezione di tiro del sasso liscio per vederlo scivolare sull'acque del lago e<br />contare quanti rimbalzi esso fa<br />prima di scomparire delle onde<br />del lago di Iseo.<br /><br /><br /><br /><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzGIXLUihyMBjm0PN_5B-57ZM3r5UNOyT8noLIe02ODqGwcRnB5IrxQ7ez7wAOFep5zwTGRWhFnzcxyn6DqFA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe><br /><br /><br /><br />Anche prendere un sasso e lanciarlo richiede un'abilità<br />che dalla natura non viene: si acquisisce!<br /><br />CERTO!giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-63950213320285885082008-11-30T15:42:00.005+01:002011-01-05T19:27:15.949+01:00UN CONFLITTO LINGUISTICO IN CLASSE<a href="http://3.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/TSS37x4pHGI/AAAAAAAAADU/rOzRtDkbb9E/s1600/cavalloTroia%2Bpng.gif"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5558770077713112162" style="WIDTH: 180px; CURSOR: hand; HEIGHT: 115px" alt="" src="http://3.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/TSS37x4pHGI/AAAAAAAAADU/rOzRtDkbb9E/s320/cavalloTroia%2Bpng.gif" border="0" /></a> Conflitto.<br />‘Perché ‘name’ si scrive così?’ mi ha chiesto una bambina, qualche giorno fa, quando scrissi alla lavagna la parola ‘name’ che faceva parte della frase interrogativa per la richiesta di un nominativo. Questa è una parola che lei già usa e conosce da un bel po’ di tempo. Io le ho risposto nel modo che lei ha già sentito più di una volta: ‘Si scrive così perché così fa l’inglese e noi l’abbiamo già capito da un bel po’ di tempo che questa lingua ci fa tanti scherzi, non è vero?’<br />Quella bambina è già padrona della parola ‘name’ perché la sa usare nelle domande che le porgo e lei la usa quando a sua volta intervista i suoi compagni di classe. Dunque, perché quella domanda? Mi domando qual è il “carico di significato” di quell’interessamento e di quella interrogazione, da parte di lei.<br />Nel tono della domanda, io non ho percepito nulla che mi potesse far pensare ad un disagio. Anzi, conoscendo la buona personalità dell’alunna, conoscendo la sua capacità d’adattamento alle nuove cose che la scuola le presenta, conoscendo la sua ‘plasticità’ intellettuale, conoscendo la sua disponibilità e la sua valida curiosità, io non mi sono sentito a disagio con la sua domanda. Poi, successivamente, ho osservato nel suo quaderno la sua scrittura del testo che aveva da copiare e ho considerato che lei aveva scritto correttamente la parola che lei aveva posto in questione. Il mio sguardo poi è andato sul quaderno di un altro alunno. Leggo il suo testo. Trovo scritto, la stessa parola, così: ‘neim’.<br />Questo episodio mi ha dato da pensare. Cioè: una bambina pone una questione ma dal suo canto non fa errori di sorta, un altro bambino non parla e non comunica alcunché di difficoltà ma incorre in un errore che non ci dovrebbe essere nel suo lavoro, tanto più che, per lui, il lavoro consisteva nel ‘semplicemente copiare dalla lavagna’ un testo scritto e copiare è un gesto sia passivo che di routine.<br />Credo che nel pensiero del bambino sia accaduto un conflitto intellettuale e intellettivo assieme. Il suo pensiero non è stato capace di ‘separare’ l’atto percettivo ‘ascolto’ dall’atto percettivo ‘vedo’. L’atto percettivo ‘ascolto’ si è posto come dominante sull’altro. Uno delle due modalità percettive si è posta come dominante impedendo al suo intelletto di assimilare e di adattarsi alla situazione conoscitiva nuova che gli si poneva davanti ( J. Piaget, La représentation du monde chez l'enfant – 1926).<br />Ma non solo. In quale linguaggio e simbologia grafico-alfabetica quel bambino si è espresso? Si è espresso in lingua italiana. Ha usato l’alfabeto italiano per scrivere quel suono!<br />Considero, come insegnante, che anche questo ’errore’ non debba essere ridotto a semplice errore ma bensì ritengo quel fatto, scolasticamente riconducibile ad ‘errore’, non sia altro che una dimostrazione di adattamento intellettivo. Quindi, nell’errore evidenziato, c’è comunque una precisa capacità intelligente di elaborare informazioni e conoscenze da parte di quel bambino.<br />Perché rifugiarsi nell’alfabeto italiano e trovare in esso una soluzione comportamentale piuttosto che copiare quello che c’era scritto alla lavagna? Non sarebbe stato più breve ed economico fare la copia di un testo invece che ricercare una nuova decodificazione della trascrizione fonetica di una parola? A prima vista sembrerebbe un giro tortuoso, lungo e più faticoso oltreché sbagliato.<br />Ma quell’alunno ha scelto così. In realtà non è stato il frutto di una scelta intenzionale ma di una dominanza: la dominanza della lingua madre sulla nuova lingua straniera. Quel comportamento è stato la conseguenza della sua scolarizzazione e della sua alfabetizzazione, che è ancora in corso alla sua età e per la sua classe di seconda elementare.<br />Nei primi due anni della scuola elementare, l’alunno compie un nuovo cambiamento nella formazione della sua personalità e della sua crescita intellettuale e scolastica: viene alfabetizzato e diventa italiano. In questo periodo dell’esperienza scolastica e di vissuto dell’impegno educativo dato e richiesto dalla scuola, dagli insegnanti e anche dalla famiglia, l’alunno viene posto di fronte ad una contraddizione didattica. La contraddizione si pone nel tempo e nello spazio dell’esperienza . Viene posto di fronte ai suoi occhi, come segno, e ai suoi orecchi, come suono, uno stesso simbolo, di grande astrazione razionale qual è il segno della lettera dell’alfabeto, e questo segno viene abbinato a una doppia produzione fonica: una proveniente dall’italiano e, contemporaneamente, a questo segno viene abbinato un'altra produzione fonica proveniente della lingua inglese.<br />Questo è un conflitto, questo crea un conflitto nella didattica dell’insegnamento della lingua, sia di quella italiana che di quella inglese. Questo conflitto ha come diretta conseguenza il disorientamento conoscitivo nell’alunno di 6/7 anni iscritto alla seconda classe della scuola elementare. Ecco perché quell’alunno aveva sbagliato a scrivere quella parola che suona in un modo se la leggi ‘al modo italiano’ e suona in un altro modo se la leggi ‘al modo inglese’.<br />Ma quel bambino ha voluto veramente scrivere quello che ha scritto. Lui non voleva scrivere ‘name’ in quanto lui non dice ‘name’ ma dice ‘neim’. C’è un mito in atto. Proviamo a svelarlo: ‘Se io parlando dico ‘neim’ vorrà dire che scrivendo scriverò ‘neim’!’<br />Concludendo, quando si deve scrivere l’inglese? L’inglese scritto si potrà presentarlo dopo che gli alunni abbiano risolto ‘l’alfabetizzazione nella lingua italiana’. Occorre separare il tempo, dal momento che non è possibile separare lo spazio, dei due insegnamenti e posticipare l’introduzione delle parole scritte in lingua inglese rispetto all’italiano.<br />Dopo la conquista della grafia della nostra lingua madre e l’autonomia raggiunta dall’alunno nell’abilità di produzione grafica, possiamo presentare le parole inglesi nella loro forma scritta.<br />Il rapporto ‘alunno-parola’ in questa fase dell’insegnamento è di ‘passività’. Le parole sono date pronte. Le parole della lingua straniera non possono essere né scoperte né intuite! Devono necessariamente essere introdotte dal docente quindi vengono imposte o meglio ‘scelte’ dal docente rispettando gli obiettivi didattici educativi e formativi descritti nella programmazione.<br />I vocaboli scritti possono essere consegnati agli alunni dopo essere stati ‘usati’ oralmente, conosciuti nell’uso, nel significato, nel gesto, nella mimica dell’imitazione, nel contenuto comunicativo, nel valore semantico ed empatico. Occorre passare prima dall’esperienza personale vissuta e sentita, giungendo dopo all’utilizzo del vocabolo scritto. Le parole sono oggetti presi interi: si scrivono su cartelli (preparati dal docente) e, come cartelli, si possono prender in mano, possono essere oggetto di giochi, di manipolazione e si vedono nella loro forma e costruzione senza chiedere all’alunno di scriverle perché il ‘gioco’ non lo prevede.<br />A chi è dedicata la scienza della Pedagogia e la scienza della Didattica delle lingue? Non certo a quegli studenti che ‘senza problemi’ ( cioè, dotati di una intelligenza plastica, adattabile, recettiva e produttiva positivamente e proficuamente nei luoghi e nei tempi scolasticamente precostituiti) affrontano novità e stimolazioni intellettuali in modo positivo bensì il contributo teorico delle teorie dedicate al mondo scolastico trovano nell’alunno più bisognoso, più fragile il loro obbiettivo scientifico e il loro scopo culturale. Un esempio storico di questa finalizzazione lo troviamo negli studi e nella opera scientifica compiuta dal medico M. Montessori. Essa si è dedicata lungamente alle problematiche dell’insegnamento e della didattica per bambini in difficoltà (Corso della Pedagogia scientifica, 1909). La pedagogia interviene come un cambiamento rispetto ad un passato criticato ed si presenta come propositrice di un futuro migliore.<br />E l’inglese? L’inglese si …“parla”! C’è qualcosa contro l’esclamazione che l’inglese si parli? Anzi: l’inglese si canta, si danza, si disegna, si recita, si ascolta, si vede nei filmati dedicati all’infanzia. L’inglese si “gioca” , gioca proprio nell’accezione che i bambini danno a questa parola.<br />Ogni parola e ogni frase deve avere significato vissuto in prima persona dal bambino, assimilato e interiorizzato prima di venire presentato nella sua forma scritta. Prendiamo una parola: ‘Hello!’. Quando si dice? Perché si dice? A chi si dice? Dove si dice? Come si dice?<br />E poi si continua! Perché quando si dice ‘ciao’ tutti sono in attesa che accada qualcosa ancora. Parafrasando il titolo di un libro di un autore americano ‘What do you say after you say hello?’ (E. Berne, ed Bompiani 2000) dopo aver detto ‘ciao’ viene voglia di dire altra ancora. Ma che diciamo dopo? Dopo parliamo di noi, così che gli argomenti li conosciamo di già e non ci resta che esprimerli in inglese. Parliamo dell’io e del tu, parliamo degli argomenti più vicino all’esperienza dell’alunno.<br />Quale modello si può proporre? Si può proporre un modello ‘naturale’: la storia di una persona inizia dalla nascita. Il neo nato impara nel contesto familiare. Impara tutto: il contenuto e la forma del linguaggio. Al terzo anno di vita conosce già alcune centinaia di vocaboli della sua lingua madre. Non sa scriverne neanche uno. Anzi non sa cosa farsene delle parole scritte oltre non sapere che cosa siano. Quando un bambino giunge alla scuola dell’obbligo della sua lingua ha già immagazzinato e conosce una enorme quantità di cose su cui egli può inferire l’atto intuitivo: vocaboli, termini tecnici ed espressioni di alta precisione, usando regole e leggi della lingua italiana con massima precisione epistemologica senza conoscere le regole della grammatica che le governano. Usa vocaboli e strutture grammaticali che hanno delle proprietà morfologiche di ‘terribile’ spiegazione grammaticale, tipo: ‘me ne dai un po’ di cioccolata?’ oppure ‘dagliene dell’altra …cioccolata!’ , ‘ne vuoi un po’?’.<br />Solo con il raggiungimento della scuola media capirà quale regola della nostra lingua usiamo quando diciamo quelle espressioni .<br />Egli ha vissuto, quella cosa che molti dicono con troppa facilità, il ‘full immersion’ di ben 5/6 anni nel territorio, nell’ambiente originale e nella realtà, nella lingua viva di tutti giorni oltreché posto in un ambiente emotivamente ed affettivamente confortante e protettivo. Un Autore (J. Asher, professore di <a title="Psicologia" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Psicologia">psicologia</a> alla <a title="San José State University" href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=San_Jos%C3%A9_State_University&action=edit">San José State University</a>, in <a title="California" href="http://it.wikipedia.org/wiki/California">California</a>) dice che prima delle parole si pongono i gesti e che, lui afferma, ‘l'apprendimento delle lingue dovrebbe essere basata sul modello del primo apprendimento delle lingue’ cioè come impara la lingua madre un neonato: dai ‘gesti’ della madre. I suo metodo (Total Physical Response Method, 2000) si basa sull'assunto per cui quando si impara una seconda lingua o un'ulteriore lingua, quella lingua viene interiorizzata tramite un processo di <a title="Codebreaking" href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Codebreaking&action=edit">codebreaking</a> ("decodifica") simile allo sviluppo della <a title="Prima lingua" href="http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_lingua">prima lingua</a> e per cui questo processo permette di ascoltare e sviluppare la comprensione ancor prima di produrre.<br />Posto su una linea continua storica, l’insegnamento di una lingua straniera segue questo ordine: ascolto, parlo imitando, vedo il segno scritto, lo copio e lo riproduco uguale al modello. Questa sequenza ordinata così ha in sé una rigidità e gli organi e i sensi coinvolti e impegnati corrispondono ai seguenti organi fisici: orecchio, bocca, occhio, mano. Quattro parti del corpo che ritmano sia la vita che la conoscenza. La didattica di una lingua nuova ha bisogno di porre questi quattro momenti e organi del nostro corpo alla base di ogni affermazione e istituto programmatico.<br />Fra le varie lingue del mondo, l’inglese, più delle altre, non può essere letto ‘a prima vista’: prima di emettere i suoni dalla bocca e leggere (suonare) una parola qualcuno deve averci fatto sentire (suonare) la sua pronuncia.<br />Una volta i mastri artigiani dicevano agli apprendisti artisti: prima guardare, dopo fare!<br />Ogni conflitto evitato nella didattica della lingua straniera è un dramma in meno per quei bambini che, pur desiderosi, non riescono facilmente nel loro lavoro di apprendisti della lingua straniera, perché la ‘maturazione’ dei loro tempi e delle loro strutture mentali non è contemporanea con l’appuntamento scolastico.<br />La lingua inglese non dovrebbe essere vissuta ‘strana’nel suo essere straniera, essa deve essere vissuta usabile subito, espressiva e comunicativa sin dal primo momento del suo debutto nella esperienza della scolarizzazione degli alunni.<br />Questo non è in caso degli editori dei libri scolastici. Le prime agenzie che contesterebbero una impostazione della didattica, con questi contenuti metodologici, così come da me descritti qui, saranno proprio gli editori. Un insegnante della lingua inglese viene persuaso facilmente da libri che promettono tantissimo. Certo, gli editori devono muovere denaro. Ma il mercato non ci interessa se esso non è riconducibile alla nostra mèta, all’obbiettivo della scuola.<br />Invece, in classe, al posto di parole ‘follemente buttate addosso ai bambini’ che ancora non sanno leggere le ‘loro’ parole originarie, bisogna offrire ‘relazioni’ fra il sé e l’altro nell’interazione conoscitiva data dalla comunicazione empatica, fisica, affettiva, emotiva posta dal docente che scambia contenuti vitali attuali con bambini ricchi di contenuti potenziali.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-42907106532722670552008-11-23T10:37:00.015+01:002008-11-25T19:18:11.947+01:00L'inglese....cos'é?<strong><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;">I <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">say</span>: 'Do <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_1">you</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_2">speak</span> <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_3">English</span>?'</span></span></strong><br /><br /><a href="http://4.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/SSkujATs6kI/AAAAAAAAAAc/xrKRhRJHx4Y/s1600-h/OffTopo_thumb.png"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5271796017726810690" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 206px" alt="" src="http://4.bp.blogspot.com/_DnsJVNg8iR0/SSkujATs6kI/AAAAAAAAAAc/xrKRhRJHx4Y/s320/OffTopo_thumb.png" border="0" /></a><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />Hai mai provato a dare e a dire ad un neonato, creature in inizio dell'apprendimento, un termine inglese? Per esempio: ' mouse ', detto il lingua inglese seppur con l'intonazione della pronuncia "all'italiana" sempre 'mouse' si dirà!<br /><br />In modo grafico , questa parola si trascrive così in trascrizione fonetica internazionale: [<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_4">maus</span>].<br />Alcuni anni dopo, a sei anni e in prima elementare, quella creatura si incontrerà con l'ambiente scolastico (pubblico o privato che sia) e incontrerà nuovamente quella parola.<br /><br />La incontrerà in vari ambiti di studio, almeno due: in informatica ed in inglese. Quando qualcuno gli dirà di riconoscerla fra le parole scritte di un testo o in un cartello, lui, da studente italiano 'madrelingua', non capirà quello che gli si starà chiedendo e potrà rispondere che 'non c'è'.<br /><br /><span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_5">Perché</span>? <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_6">Perché</span> quel bambino si aspetterà di cercare una parola così scritta: '<span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_7">MAUS</span>', non certo quella che si ritroverà davanti...'mouse'!<br /><span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_8">Perché</span> alcuni bambini, quelli più delicati e sensibili, cioè ancora caratterizzati dalla percettività dell'attenzione e della conoscenza, si orientano preferibilmente e prevalentemente con la concretezza dei sensi e della esperienza e non possono superare il dato percettivo. Essi restano legati a quell'informazione che non richiede l'astrazione e la rappresentazione della conoscenza.<br />In pratica, le fasi dell'operazione descritta sono le seguenti:<br />1- se hanno "pensato" (pensare è un atto rappresentativo primario) che una certa parola, detta e varie volte risentita, suona in un certo modo,<br />2- e che tutte le parole 'del mondo' seguono la regola che si possono scrivere e leggere usando l'alfabeto ( di cui stanno prendendo possesso in classe),<br />3-concludono che anche quella parola, di cui conoscono i suoni, dovrà essere scritta con le stesse regole di tutte le parole.<br />Conseguenza: certi bambini non riconoscono, in quella parola scritta con quelle lettere, la parola che loro si aspettano di vedere. E ne rimangono sorpresi cioè incapaci di superare il loro dato sensibile che gli mostra una parola scritta con altre lettere ma che, qualcuno o un insegnante, gli mostra come essere quella che lui conosce: la parola 'mouse'.<br />Questo fatto, scolasticamente consueto, dimostra l'importanza di non sottoporre i bambini della scuola elementare, nei loro primi due anni di scuola, all'impatto con la lingua inglese scritta.<br />I bambini nei loro primi due anni di scolarizzazione sono impegnati nell'atto dell'<span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_9">alfabetizzazione</span> in lingua italiana, cioè sono impegnati a conquistare l'alfabeto italiano. E' un impegno importante e decisamente faticoso che i bambini vivono come fondamentale.<br /><br />Presentare loro, in questo periodo scolastico, parole che ubbidiscono ad altre leggi alfabetiche è sbagliato. <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_10">Perché</span>? <span class="blsp-spelling-corrected" id="SPELLING_ERROR_11">Perché</span> i due alfabeti <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_12">conflittuano</span>. Il conflitto lo si legge veramente nel viso di quei bambini che più faticosamente cercano di conquistare il loro traguardo più vicino: divenire alfabetizzati ed italiani.<br /><br />E..l'inglese? Nessun problema! L'inglese si parla! Si parla e non lo si scrive: si dialoga, si conversa, si ascolta, si dice, si sente. E' strano affermare che una lingua si possa 'parlare'? Tutto il mondo inglese si indica e si vive, si canta e si tocca, si danza e si gioca, ci si avvicina ad esso senza aver bisogno delle sue "lettere scritte".<br /><br />Quando arriverà in giorno della scrittura della lingua inglese? Il giorno lo deciderà il bambino stesso! Quando i bambini useranno la lingua con padronanza, sapranno esprimersi con essa e sapranno distinguere le parole fra le parole delle frasi che usano, allora sarà venuto in tempo di presentare loro le parole nella forma della scrittura.giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6570570437215447039.post-40363764957630980272008-11-23T10:02:00.003+01:002008-11-25T19:05:14.175+01:00Questo blog!<span style="font-size:180%;color:#3333ff;">Questo blog l'ho pensato </span><br /><span style="font-size:180%;color:#3333ff;">per impegnarmi e </span><br /><span style="font-size:180%;color:#3333ff;">non per distrarmi!</span><br /><span style="font-size:180%;color:#3333ff;"></span><br /><em>Ho già creato un blog per distrarmi, </em><br /><em>con cui divertimi,</em><br /><em>in cui scrivere e </em><br /><em>pubblicare 'cose' leggere.</em><br /><em></em><br /><span style="font-family:courier new;">In questo spazio voglio offrire il mio contributo alla causa della scuola Pubblica in cui io sono docente e Pubblico ufficiale rappresentante il servizio educativo dato all'utenza iscritta alle classi della scuola di Stato italiana.</span><br /><br /><span style="font-family:Courier New;"></span><br /><span style="font-size:180%;">Il mio motto:</span><br /><br /><span style="font-size:180%;color:#cc33cc;"> 'Io t'insegno tu m'insegni! <span class="blsp-spelling-error" id="SPELLING_ERROR_0">Done</span>!'</span>giovanni lvhttp://www.blogger.com/profile/07835602924670131866noreply@blogger.com0